Il Castello di Itri rappresenta un tipico esempio di struttura difensiva strettamente legata alle esigenze di controllo territoriale. Osservandola si intuisce da subito che non rappresenta il frutto di un’unica costruzione, ma una sorta di puzzle architettonico composto da una serie di torri, (ciascuna diversa dall’altra) congiunte da altre costruzioni.
La struttura è composta da tre parti: un corpo principale con una parte abitativa, alta 35 metri, affiancato da due torri, una quadrata (la più alta) e una pentagonale, munita di merli a coda di rondine in aggetto; un caposaldo, che circonda quasi completamente la base della torre pentagonale, costituito da quattro torrette, tre tonde e una semicircolare, munite di merli a piombo e unite tra loro da muri di cinta merlati, e un grosso torrione cilindrico che posto, sul ciglio di un dirupo, alla cui base passa la Via Appia, è unito alla parte abitativa da un lungo muraglione merlato su cui si sviluppa il camminamento di ronda. Quest’ultima sezione è conosciuta come “Torre del coccodrillo”, dalla leggenda che da sempre attrae visitatori, secondo cui avrebbe ospitato un coccodrillo che divorava i condannati a morte.
Il territorio di Itri fu abitato sporadicamente fin dall’età preistorica, fece poi parte del territorio degli Aurunci, popolazione guerriera pre-romana, di cui rimane il nome dato ai monti che dominano l’intera zona. In seguito fu occupata dai romani ed è a questo periodo che sembra risalire il primo nucleo abitato, nato con la costruzione della via Appia. Nel Medioevo Itri ebbe un forte sviluppo urbanistico, circondandosi di una poderosa cinta muraria intervallata da torri e porte. Storicamente è sempre stata legata ai centri vicini più importanti (Formia, Gaeta e Fondi). Tra X e XI secolo Itri era parte del Ducato di Gaeta, con a capo l’lpata Docibile l, che commissionò la costruzione di una prima torre, la torre poligonale (nell’882) con il fortilizio, dotato di tre torrette e una semitorre che si trovano nella parte esterna adiacente alla torre stessa, e di una cavea utilizzata per il riposo di uomini e cavalli.
Itri serviva Gaeta come difesa contro i Longobardi che attaccavano dall’entroterra. Da qui l’idea di costruire un forte militare sulla parte più alta della collina Sant’Angelo per due motivi: perché Itri si trova sulla Via Appia, snodo fondamentale e passaggio obbligato, e perché, appunto, permette una comunicazione visiva diretta con il Castello di Gaeta. Comunicazioni in tempo reale con segnali luminosi e di fumo permettevano di trasmettere un’allerta immediata e un controllo così capillare del territorio garantì al Castello di Itri un numero di attacchi riusciti irrisorio rispetto a quello delle fortezze del circondato. Danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, è stato acquistato dalla provincia di Latina nel 1979 per un prezzo simbolico dal Dottor Commendator Francesco Saverio lalongo ed è stato poi ceduto al Comune di Itri.
Latina
Itri
Aperto al pubblico
Dal 16/09 al 30/05 sabato e domenica: 10.00 - 13.00 / 15.30 – 18.30
Dal 01/06 al 15/09 martedì - domenica: 10.00 – 13.00 / 17.00 – 20.00
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