Torre di Chia (Castello di Colle Casale)
Castello di Colle Casale, più conosciuto come Torre di Chia, è situato sulla sinistra del Fosso Castello, detto anche Fosso Rio, in prossimità della confluenza con il Fosso Fontana Vecchia.
Le rovine del Castello, visibili da una vasta zona circostante, sorgono nel territorio comunale di Soriano nel Cimino, in prossimità della frazione di Chia.
I ruderi comprendono una cinta muraria merlata, di forma irregolare, che circonda i resti di un castello posti quasi sul limite di un dirupo naturale. La cinta muraria è segnata da 2 torri a base pentagonale, la prima delle quali, all’ingresso dell’area, è alta 42 metri. Nei dintorni sono individuabili reperti di varie epoche che documentano la stratificazione dei diversi insediamenti in un comprensorio abitato fin dal periodo etrusco-romano.
Intorno al 1960, durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo”, Pier Paolo Pasolini visita la torre medievale in stato di abbandono e ne rimane affascinato, tanto che a questo luogo dedica gli ultimi versi del “Poeta delle Ceneri” (1966-1967).
Nel 1970 Pasolini riesce ad acquistare Colle Casale, con la sua Torre, e progetta insieme a Dante Ferretti una residenza a ridosso dei ruderi dell’antico castello. Inizia una fase di recupero dell’intero complesso, il cui valore oggi abbraccia una storia che parte dal medioevo e arriva fino alla cultura del XX secolo.
La casa-studio di Pasolini, realizzata nella prima metà degli anni ’60, è caratterizzata da una ridotta profondità del corpo di fabbrica e si sviluppa linearmente seguendo l’andamento concavo dei ruderi. Ripiegata su se stessa, totalmente invisibile e non prevedibile dall’esterno, la costruzione è caratterizzata da ampie vetrate che si proiettano su un ricco e suggestivo paesaggio.
È presente un padiglione in legno destinato ad atelier di pittura del poeta. È interessante notare che il progetto dell’abitazione prevedesse, originariamente, un tetto ricoperto di erba poi sostituito in fase di costruzione da una copertura in cemento. Questa prima versione conferma come tutto l’intervento sia stato pensato e realizzato in consonanza con il paesaggio e le strutture antiche.