Il Palazzo baronale degli Anguillara si trova a Calcata e ne delimita l’ingresso al borgo con le sue mura, la torre merlata e la porta d’ingresso ad arco a sesto in peperino che conserva, a tutt’oggi, lo stemma marmoreo della famiglia degli Anguillara. Il suo impianto originario risale circa al X secolo, sebbene sia ancora distinguibile la sovrapposizione delle fasi di costruzione che hanno portato alla trasformazione dello stabile da “castrum” a palazzo. I piani sotterranei adibiti, al tempo, a scuderie e magazzino di derrate alimentari, il seminterrato destinato a dormitorio e divenuto successivamente “forno di corte” (entrambi gli ambienti con archi a sesto ribassato, peducci in tufo e volte a crociera), la torre a base quadrata, le mura merlate dotate di caditoie, il ponte levatoio, ormai perduto, che si calava sul fossato in tufo, del quale rimangono immutati i passi delle catene tiranti posti ai lati dell’arco d’ingresso, rivelano, di fatto, l’architettura militare che risale, probabilmente, a Ottone III (980-1002). Quest’ultimo restaurò la carica prefettizia affidandola alla famiglia Di Vico, che entrò così in possesso anche del territorio di Calcata. Nel 1420 Calcata appare invece tra le proprietà di Everso degli Anguillara e risale presumibilmente al XV secolo il rafforzamento dello stabile. Per i successivi 400 anni, tra ipoteche, riscatti, vendite e riacquisti, la proprietà passò tra le famiglie Sinibaldi e Anguillara. In un inventario del 1803, si attesta la trasformazione definitiva da “castrum” a palazzo, compiuta per opera della famiglia Sinibaldi, con la costruzione di un primo piano e “un sottotetto quasi abitabile uso guardaroba” e la “sala di compagnia” affrescata. Nel 1828 cessò il passaggio continuo tra Sinibaldi e Anguillara e Calcata passò per eredità a un ramo della famiglia Massimo, il cui ducato si estinse nel 1909. In seguito andò in proprietà a vari privati, tra cui i Ferrauti, un tempo fattori dei duchi. Calcata, come il resto del Paese, affrontò duramente il periodo del dopoguerra. A seguito di frequenti crolli di terreno arrivò infatti per i calcatesi, negli anni ‘30, l’ordine di evacuare il paese. Il Palazzo, rimasto in stato di abbandono per lunghi anni, ha subito gravissimi danni che hanno portato alla perdita di preziosi affreschi. Acquistato dal Parco Valle del Treja nel 1987, è stato completamente ristrutturato con un progetto dell’architetto Paolo Portoghesi. I lavori, avviati nel 1995, hanno portato al pieno recupero della struttura. Nel 2015 sono stati realizzati importanti lavori di restauro conservativo al piano seminterrato, in cui è ancora custodito il forno: gli interventi hanno riguardato le superfici dipinte delle volte, delle pareti e del forno, riportando alla luce affreschi di grande interesse, che rimandano alla potente famiglia degli Anguillara.
Viterbo
Calcata
Aperto dal pubblico lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e il martedì e il giovedì dalle 14:00 alle 17:00
www.parchilazio.it/valledeltreja
Calcata (VT), Piazza Vittorio Emanuele II, 4
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