Questa dimora partecipa all’apertura straordinaria 2024 solo nella giornata del 1 dicembre
Il Paesaggio Rurale Storico, inteso come espressione della complessa interazione tra società, natura e stratificazione dei processi che hanno accompagnato le trasformazioni produttive nel corso del tempo, è una delle più importanti categorie paesaggistiche del patrimonio mondiale. Il termine Paesaggio Rurale comprende tutti quegli insiemi di paesaggi che identificano e proteggono aree produttive di particolare bellezza e di grande valore storico e culturale, come anche Villa D’Este.
La conformazione planimetrica e architettonica del complesso estense è rimasta sostanzialmente invariata nel corso dei secoli.
La struttura delle zone verdi dell’impianto originario è ricostruibile sulla base dell’affresco di Girolamo Muziano presente nel salone del palazzo (1565-67) oltre che delle fonti letterarie coeve o di poco posteriori. All’entrata del giardino dalla Porta del Colle vi era una “cerchiata” di legno che immetteva nel ripiano inferiore suddiviso in riquadri regolari, piantati con erbe aromatiche e alberi da frutta. Al centro vi era il Giardino dei Semplici, con padiglioni e pergolati in legno rivestiti da spalliere di melangoli, uva, edere e gelsomini.
Il lato sud-ovest era occupato da due labirinti di mirti, allori e corbezzoli, chiusi a valle da una “selva di alberi olmi” per “difendere dall’aria marina il giardino” (Zappi). I riquadri in declivio tra le Peschiere e le Cento Fontane presentavano filari di viti per la mensa del palazzo, alternati ad alberi largamente spaziati. Oltre le Cento Fontane il pendio era risolto con essenze messe a dimora in modo da costituire una fitta boscaglia formata da allori, viburni, corbezzoli, lecci e mirti. Nel viale al di sotto del palazzo vi erano poi due filari di olmi e, a destra, il Giardino Segreto.
Recentemente, è stato restaurato anche il Giardino dei Melangholi, spazio centrale della Villa posto a ridosso della Fontana dell’Ovato, adibito in passato a vivaio della Villa e a ricovero delle piante di agrumi nei mesi invernali.
L’Istituto Autonomo di Villa Adriana e Villa d’Este intende riportare all’antico splendore tutte le attività collezionistiche del giardino, fra cui le coltivazioni di fiori ornamentali ed erbe per la profumeria, piante aromatiche e officinali e frutti come il pizzutello e le melagrane, per recuperare tutto il fascino per cui la Villa era nota ai tempi del Grand Tour.
Una magia narrativa e ricca di interpretazioni poetiche che ha incantato artisti come Hubert Robert e Fragonard, Piranesi, Corot e Jhon Warwiche Smith ma anche scrittori e poeti quali Thomas Gray, Goethe, Lord Byron, Chateaubriand, Madame de Stael, George Sand o Gabriele D’Annunzio.
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