Villa Grazioli
La Villa, antica dimora cardinalizia del XVI secolo, fu commissionata dal Cardinale Antonio Carafa nel 1580 e racchiude tra le sue mura opere d’arte di Maestri del XVI e XVII secolo.
Così come Lucullo e Catone nel I secolo a.C., Carafa si costruì una dimora sui colli del Tuscolo per il clima mite e l’atmosfera di pace. Alla sua morte, la Villa passò in eredità al Cardinale Ottavio Acquaviva d’Aragona che commissionò gran parte della decorazione pittorica dei soffitti dei quattro saloni del piano nobile ad Agostino Ciampelli, che realizzò una pittura composta, contenuta, quasi intima che rimanda al tema della meditazione.
Nel 1613 la Villa passò al Principe Michele Peretti che, sotto suggerimento di suo fratello il Cardinale A. Montalto, commissionò la decorazione della Stanza dell’Eliseo al piano nobile a un pittore della scuola bolognese dei Carracci, probabilmente lo stesso Antonio Carracci, nipote del celebre Annibale. Uno di questi dipinti ritrae la Villa così come appariva in quegli anni: il platano dipinto 400 anni fa è lo stesso che si trova ancora oggi all’interno del parco.
L’acquisto della proprietà da parte della famiglia Odescalchi (1683), segnò un periodo di trasformazioni, con grandi ampliamenti che modificarono completamente la facciata meridionale e la costruzione di un secondo piano che comportò la copertura della terrazza cinquecentesca.
Nel 1737, Baldassarre Erba Odescalchi commissionò la decorazione della nuova galleria a uno dei più celebri pittori dell’epoca: Giovanni Paolo Pannini. Formatosi come scenografo alla scuola del Bibbiena, l’artista raffigurò sulle pareti Apollo e Diana e Allegorie delle Stagioni e dei quattro continenti. Nella volta, coppie di geni affiancano gli stemmi Odescalchi, l’aquila, il leone, la navicella e i segni dello Zodiaco, e possenti figure maschili sorreggono le cornici con i quattro elementi, Aria, Acqua, Fuoco e Terra, accompagnati dai rispettivi attributi.
Nel 1843 il Duca Pio Grazioli acquistò la Villa. Modificò l’ultimo piano della facciata settentrionale, che affaccia su Roma e fece inglobare la torre centrale del XVI secolo in una nuova struttura, che rese l’edificio quello che è oggi. La II Guerra Mondiale segnò l’inizio di un lungo periodo di abbandono e incuria. In seguito ai bombardamenti di Frascati, fu scelta come rifugio di un gruppo di cittadini rimasti senza tetto e, una volta abbandonata dagli sfollati, fu lasciata in uno stato di rovina e isolamento per più di quaranta anni. Un complesso intervento di restauro, iniziato nel 1987 dalla Società Villa Grazioli S.r.l. ha ora restituito alla struttura la sua eleganza architettonica.
Un tempo dimenticata dalla Storia dell’Arte, Villa Grazioli ha oggi riconquistato la dignità che spetta a un bene storico e culturale di importanza nazionale. Per i prossimi anni è previsto il completo restauro delle decorazioni pittoriche, secondo il programma approvato e supervisionato dal Ministero dei Beni e Attività Culturali.