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22 e 23 Novembre / 13-14 Dicembre 2025
I resti del castello sorgono alla sommità di una collina tufacea a diretto controllo del territorio circostante. La struttura corrispondeva alla tipologia di rocche con recinto, torre e palazzo.
L’esistenza del castello è documentata per la prima volta nel 1051, quando l’abate Oddone in fuga da Subiaco si rifugia in un non identificabile “monastero di S. Cecilia”, che risultava pertinenza del castello.
Nel 1102 una “Maria di Plumbinaria” partecipa alla vendita di un orto; inoltre “nobili matrona ex Plumbinaria”, durante la guerra tra Tolomeo dei Conti di Tuscolo e i Normanni nel 1117, parteggia per questi ultimi. Il 10 dicembre 1151, nella chiesa di S. Maria “prope castrum Plombinaria” viene stipulato un atto di permuta tra la chiesa e Oddone Colonna. Il castello figura poi in una bolla di Lucio III del 1181 con l’elenco delle chiese di sua pertinenza: S. Maria, S. Anstasio, S. Nicola, S. Barbara, S. Giorgio ed il monastero di S.Cecilia.
La documentazione cresce dal XIII secolo, con l’affermarsi sul territorio della famiglia Conti, e in concomitanza col pontificato di Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni): nel 1208 il castello compare in un atto di vassallaggio effettuato da Riccardo dei Conti fratello del Pontefice e a questo seguono vari atti di divisioni, assegnazioni e contese riguardanti il castello e i suoi terreni. Il palatium o palazzo, antica parte residenziale del castello, doveva articolarsi intorno alla torre centrale. Era presente nel complesso anche una piccola chiesa, probabilmente di origine più antica della fortezza stessa, e dedicata a S. Nicola.
Tra XIV e XV secolo, il complesso attraversa una complessa fase di decadenza, confische e distruzioni, e passa per un periodo sotto il controllo papale. Nei secoli successivi la proprietà cambia ancora, passando dai Conti agli Sforza, quindi ai Borghese, ai Barberini e infine, dal 1651, ai Pamphili. Sotto quest’ultima famiglia, Piombinara diventa principalmente una tenuta con aziende agricole date in affitto, quindi suddivisa nel corso del XVIII secolo fra pascoli, boschi e coltivazioni. Quanto resta del castello, ormai inutile, cade in completo abbandono. La torre principale, ancora ben visibile in alcune fotografie di Thomas Ashby, è stata demolita nel 1936 perché pericolante e posta sul tracciato di alcune nuove linee elettriche.
I resti attuali del Castello di Piombinara consistono essenzialmente nella cinta muraria esterna, dove si osserva una cortina piuttosto bassa, scandita a distanze diverse da torri rettangolari, aperte verso l’interno (lato NORD-OVEST).
Nell’estremità sud è conservata la parete terminale della struttura del palazzo, ma le sue strutture interne sono quasi del tutto scomparse.
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