Circuito murario e nucleo di fondazione arcaica
L’antica città di Ardea, che secondo il mito fu fondata da Ardeias, figlio di Odisseo e Circe, o da Danae, madre di Perseo, fuggita da Argo, occupava un sistema di tre alture: l’Acropoli, un pianoro ovoidale, circondato su tre lati da ripidi rilievi, collegato a nord-est alla Civitavecchia, che si estende sia verso nord-ovest, sia verso sud-est, formando un’ansa, ed è collegata a nord-ovest alla Casalazzàra
Il più antico reperto locale risale al XV-XIV sec. a.C. (Bronzo Medio), ma i materiali archeologici sono per lo più databili alla fase di passaggio tra Età del Bronzo Recente e Finale, intorno al XII-XI sec. a.C., in contemporanea con lo sbarco di Enea come ricordato dalle fonti. I reperti provengono sia dall’Acropoli che dalla Civitavecchia e tracce di abitazioni databili all’Età del Ferro sono state individuate sull’Acropoli.
Nei secoli dall’VIII al VI a.C. Ardea fu uno dei centri più importanti del Lazio meridionale, con un ricco artigianato e arrivò al suo periodo di massimo sviluppo nel VI secolo a.C.
Nelle antiche città del Lazio, le prime opere di fortificazione sono costituite in genere da un aggere con fossato antistante che difende i settori più esposti dei pianori, a volte rafforzate da tagli artificiali dei versanti collinari per renderli più difficilmente accessibili e il fenomeno è riscontrabile anche ad Ardea. In passato la datazione delle mura è stata a lungo dibattuta, ma oggi gli studiosi sono concordi nell’attribuirla al VII sec. a.C. Il sistema difensivo era costituito da una triplice linea di aggeri di terra e scheggioni di tufo, rafforzati da fossati, presso i lati nordorientale e orientale della Casalazzàra e quelli nordorientali della Civitavecchia e dell’Acropoli.
Al V-IV sec. a.C. risale il rifacimento delle mura di cinta: il triplice recinto venne sostituito da mura in opera quadrata, che cingevano i pianori dell’Acropoli e della Civitavecchia
Oggi sono ancora visibili resti del circuito murario del V-IV sec. a.C. e dell’insediamento arcaico coevo. Le mura sono costruite in grossi blocchi parallelepipedi, squadrati, di tufo rosso con frammenti carboniosi nell’interno, provenienti dalle cave locali e sistemati a incastro.