L’Abbazia di San Salvatore Maggiore è uno dei più antichi e suggestivi monumenti della provincia di Rieti, prestigiosa testimonianza dell’Ordine Benedettino. Sorge sul pianoro Letenano, tra le vallate dei fiumi Salto e Turano, ed è costituita da una chiesa a navata unica, con cappelle laterali e presbiterio rialzato, da un imponente campanile e da tre edifici conventuali attorno a un cortile rettangolare di 50×50 metri.
I tre edifici, con fasi costruttive e connotazioni architettoniche varie, hanno nel tempo ospitato funzioni diverse. L’ala est, annessa alla chiesa, ha accolto gli spazi comuni, come il refettorio, il capitolo, le cucine e gli ambienti dormitorio, ormai scomparsi dopo l’intervento del Genio Civile. È il più antico e in origine comprendeva l’intera struttura monastica. L’ala nord, nata con funzioni fortificatorie, di ricovero e di deposito, nel Rinascimento venne destinata a residenza. L’ala ovest ha avuto funzioni amministrative e di rappresentanza, quali Curia e Tribunale, e una parte più moderna, nata in fase post conventuale e destinata a cappella e a dormitorio per i seminaristi.
Fondata nel 735, fu distrutta dai saraceni intorno all’891 e ricostruita completamente nel 974, ampliata e trasformata più volte nel medioevo e in epoca moderna.
Fino al XIII secolo fu al centro di numerose contese tra papato e impero e di dispute locali, con notevoli lavori di ampliamento. Continui lavori di riadattamento e ricostruzione ebbero luogo anche in seguito, a causa di assedi e danni accidentali.
Con l’istituzione della commenda, verso la fine del XVI secolo, il complesso cominciò a trasformarsi in fortilizio e Ranuccio Farnese riadattò l’intera ala nord come propria residenza, aumentò lo spessore del corpo di fabbrica e realizzò il nuovo prospetto verso il cortile.
Interventi di riadattamento più limitati sono poi dovuti a Francesco Barberini nel XVII secolo, commendatario che si adoperò, con successo, per la soppressione del monastero, sancita da Urbano VIII nel 1632.
L’abbandono dei monaci e la nuova destinazione a sede del seminario diocesano provocò l’ultima grande trasformazione del complesso, che tra 1600 e 1700 aggiunse un nuovo corpo di fabbrica nell’ala ovest e fu riadattato per la nuova funzione.
La storia secolare del monumento, che ebbe per lungo tempo stretto legame con l’abbazia di Farfa, è stata spesso tormentata, con ripetuti cambi di comunità religiose, e conosce dagli inizi del novecento un degrado sempre più evidente e un’accelerata distruzione.
Un intervento del Genio Civile, negli anni Trenta, ha prodotto un vero e proprio scempio delle strutture, vetuste, ma ancora resistenti, comportando numerosi crolli e distruzioni, soprattutto nel blocco est e il complesso ha vissuto un progressivo deterioramento sino alla metà degli anni Ottanta, che lo ha reso un rudere, fino all’intervento del Comune di Concerviano, guidato dal sindaco Damiano Buzzi, che lo ha acquisito nel 1986 e si è successivamente prodigato per avviarne valorizzazione e restauro.
Concerviano (RI), Loc. Abbazia di San Salvatore Maggiore
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