Ex Monastero delle Clarisse
Le Clarisse si trovavano a Sezze già nel 1313, come dimostra una bolla di Clemente V, ma si erano stabilite nel Castello di Trevi. Durante il XV Secolo il castello venne raso al suolo e le Clarisse dovettero abbandonare la chiesa di San Francesco dove avevano pregato per oltre un secolo.
Non si è in grado di stabilire storicamente se, dopo quel forzato abbandono, abbiano ricevuto in consegna un altro luogo nella stessa città o siano emigrate altrove, comunque le ritroviamo a Sezze dopo la peste del 1527.
L’attuale Monastero, già preesistente come fabbricato, fu fondato da due Clarisse venute dal Monastero di “San Silvestro in Capite”, a Roma, intorno al 1556.
La costruzione del monastero, che doveva comprendere oltre alla chiesa anche un chiostro, un orto e una serie di servizi, richiese un lavoro di diversi anni che, quasi certamente, si concluse nel 1603, poiché nell’architrave della porta della chiesa si legge “Venerandus est locus iste in quo orant virgines Christi 1603”.
Una nuova ala del monastero fu realizzata sotto il pontificato di Clemente XI, nel 1706, come attesta l’incisione nel timpano del portale d’ingresso al monastero “D.O.M. Virgines ducens acies seraphica mater hanc proprio signat lumine Clara dominum MDCCVI”.
Nel corso dei secoli il monastero è stato progressivamente ampliato fino all’attuale conformazione che comprende un complesso di case situate fra via Cavour e via Corradini, con tre piani e un seminterrato, circa 100 vani e tre cortili interni.
La chiesa è di forma circolare e fu frequentata anche dalla Venerabile Caterina Savelli e S. Carlo da Sezze venne rapito in estasi mentre vi si intratteneva in preghiera.
Vari Papi hanno visitato il Monastero, tra cui Sisto V, che dimorò, come semplice religioso, nel locale convento di S. Bartolomeo, e Benedetto XlII.
Con la soppressione del 1870, le monache dovettero abbandonare il Monastero, dove poterono tornare per vivere la vita regolare solo dopo alcuni anni.
Per secoli hanno avuto l’incarico di preparare le bambine del luogo alla prima comunione, ammettendole addirittura dentro il Monastero. Questa consuetudine ha avuto termine nel 1951, per decisione dell’allora Vescovo della città, Monsignor Emilio Pizzoni.
Durante l’ultima guerra mondiale, le suore si sono prodigate per il bene della popolazione, accogliendo i giovani costretti a nascondersi per sfuggire ai continui rastrellamenti dei tedeschi.
Nel 1989 le Clarisse si sono trasferite in un nuovo Monastero, di recente edificazione, nel Comune di Latina.