Torre Olevola

Torre Olevola è una delle torri costiere del Lazio, fa parte di un complesso (52 torri) fortificato unitario, edificato tra XVI e XVII secolo dalla Camera Apostolica, tra Moltalto di Castro e Minturno, per difendere i territori interni dello Stato Pontificio da incursioni militari provenienti dal mare.
San Felice Circeo è il Comune che ne conta il maggior numero. Le sette torri presenti del suo territorio caratterizzano il profilo del Parco Archeologico Naturalistico del Circeo.

Il nome della struttura deriva da quello del fiume Ligula, che scorreva lì a fianco, poi mutato in Livoli, Leula, Leola, Euola, Levola e Olevola.

L’attuale Torre è stata edificata intorno al 1560 per volere di papa Pio V, sui resti di una struttura di avvistamento Quattrocentesca, che sembra essere visibile in una mappa disegnata da Leonardo da Vinci. Il fiorentino era infatti a Roma, alla corte del cardinale Giuliano de’ Medici, nel 1514, per dedicarsi anche agli studi per possibili opere di bonifica delle Paludi Pontine, secondo il desiderio di Leone X.

Nel 1703, su committenza di Papa Clemente XI e per ordine del tesoriere generale mons. Lorenzo Corsini (il cui nome è ancora oggi visibile sull’architrave della porta), venne ricostruita e prese il nome di Torre Clementina.

Questo tipo di edificio rappresenta un’innovazione nel campo dell’architettura militare: ha una pianta rettangolare (9 x 7 metri) con base a scarpa, ed è orientata di spigolo verso mare, proprio per ridurre l’effetto delle artiglierie.

La salda e possente torre si sviluppa su quattro livelli, la sua struttura non presenta cedimenti. I prospetti sono in mattoni pieni di cotto e cornici in pietra calcarea.
Nel cornicione di merlatura, ben conservato, si inserisce un ingegnoso sistema di smaltimento delle acque piovane provenienti dal terrazzo, ancor oggi funzionante.
Tra gli ambienti interni si riconoscono ancora la cella carceraria, la cucina, le stanze da notte delle guardie, la sala del Capitano e la torretta di guardia, eretta sul terrazzo di copertura.