Villa di Marco Emilio Scauro e Torre dei Molini
l toponimo di Scauri deriva, secondo gli studiosi, da Marco Emilio Scàuro (162-90/89 a.C.), console nel 115, princeps senatus e politico romano legato a Caio Mario e alla potente famiglia dei Metelli. Per oltre 30 anni fu leader dei conservatori. A lui si deve la costruzione del Ponte Milvio (a Roma) e della via Emilia che collegava Vada (Livorno) a Tortona (Alessandria). A Marco Emilio Scauro è da attribuire la villa romana, i cui resti sono racchiusi oggi in proprietà private, nell’antico rione, ma inseriti nell’area del Parco Regionale
Riviera di Ulisse. La villa maritima residenziale era arricchita probabilmente da statue, piscine e porticati e dotata di una pars fructuaria. Frammenti di anfore di Dressel, rinvenuti in via Mura Megalitiche, sembrano attestare l’antica esistenza, in loco, di una produzione vinaria, destinata anche all’esportazione. I resti della fastosa dimora, ubicati a ridosso del Monte d’Oro, sono inglobati in proprietà private.
Spiccano una porta a doppio arco, che immette in un alto corridoio, decorato da pitture parietali riferibili al III stile pompeiano, e sette arcate cieche in opera incerta o fornici (II-I sec. a.C.). A Scauri vecchia, durante i lavori per la coltivazione dei campi e per la costruzione di alcuni fabbricati, sono ritornati alla luce un mosaico pavimentale, colonne di marmo, anfore, monete, una statua maschile e un blocco in pietra calcarea (con iscrizione incompleta).
A Scauri vecchia, nei pressi del Monte d’Oro, sorgono imponenti vestigia, identificate da vari esperti come talune rovine della città ausone di Pirae. L’insediamento preromano diede vita a un attivo scalo marittimo e attraversò un periodo florido forse tra il VII-VI secolo a.C., gestendo rapporti politico-economici con le vicine città di Minturnae, Suessa, Sinuessa, Vescia, Ausona. Riguardo all’etimologia, l’archeologo Jotham Johnson ipotizzò un’origine greca. Il termine Pirae, secondo lo storico Giuseppe Tommasino, starebbe a significare “una punta di terra o promontorio che, insinuandosi nel mare, forma un comodo approdo o porto”. La città fu distrutta totalmente dai Romani fra il 358 e il 337 a.C. Infatti, lo scrittore latino Plinio il Vecchio, vissuto nel l sec. d.C., evidenziò nella Naturalis Historia: “fuit oppidum”. Successivamente, l’area in questione venne indicata come massa pirana.
Della città ausone di Pirae si conservano un tratto, lungo oltre 120 metri, della cinta poligonale in blocchi di calcare (le Mura Megalitiche) e una porta a ogiva tronca databile, secondo alcuni studiosi, al VII-VI sec. a.C. Quest’ultima è collegata ad un criptoportico coperto con volta a botte in opera cementizia che si estende per più di 20 metri. Tali testimonianze sono racchiuse in proprietà private, ma sono inserite nell’Area Protetta del Monte di Scauri che fa parte del Parco Regionale Riviera di Ulisse.
Nel Medioevo, per l’esattezza nel XIV secolo, fu edificata in loco anche un’alta torre a difesa dei mulini.
La struttura attualmente è stata trasformata in ristorante e location per eventi privati.
Visita libera del giardino, quando il locale è aperto
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Tel. 334 7111591
Minturno (LT), Loc. Scauri, Piazza Marco Emilio Scauro, 16