Parco Verde Pubblico

Fino al X secolo non si hanno notizie dell’evoluzione del borgo di Pofi, mentre è certo che subì le gravi conseguenze delle devastazioni e saccheggi che colpirono tutto il basso Lazio. Il centro storico si sviluppa nella parte più alta dell’apparato vulcanico (m 285), e alla metà dell’VIII secolo era incluso nella Diocesi di Veroli insieme a Frosinone, Torrice, Bauco (oggi Bovìlle Ernica), Monte San Giovanni, Arnara, Ripi, Strangolagalli, Ceprano, Castro e Falvaterra. I vescovi di Veroli divenuti signori territoriali, concessero in locazione le terre di Pofi prima ai Girindi – fino al 1024 – quindi ai signori di Torrice, Ripi e Pofi. Questa forma di gestione, definita a regime di “condomini” (dominio condiviso), durò oltre due secoli. Dopo una lunga lite giudiziaria con la Chiesa, nel 1253 i “condomini” acquisirono pieni diritti sulle terre di Pofi, che cedettero ai Caetani agli inizi del XIV secolo. Nell’arco di cinque secoli – tra il Trecento e il 1816 – i Caetani e i Colonna conferirono a Pofi l’aspetto generale che mostra tuttora.

Il Parco pubblico sorge su un terreno un tempo proprietà del facoltoso Giovanni Battista De Carolis, che vi fece costruire tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo un Villino al Giardino, con tutta una serie di opere importanti. Tra queste, l’ingresso situato in Via Carbonaria (oggi Via Guglielmo Marconi) è caratterizzato da due monoliti in tufo scalpellato.
L’area del Parco attuale, non comprende però il Villino, oggi di proprietà privata.

Il luogo è adiacente al centro storico, area nord della città, e costeggia via Guglielmo Marconi, non lontano dalla piazza con il palazzo comunale.

Questo ampio e panoramico spazio, si presenta attualmente in stato di cantiere per lavori di riqualificazione e ristrutturazione  per la successiva apertura al pubblico.. Ma sono tuttora ben leggibili la serie di terrazzamenti e le due file di pilastri del viale centrale, che nella tradizione dei giardini del Regno di Napoli, dovevano sostenere pergolati.