Palazzo Ducale Cantelmo
Costruito a partire dal 1350, è lo scenario principale della piazza dedicata a Saturno, nel punto più alto della città, al centro del borgo antico, e ospita il Municipio. In stile gotico, ha pianta quadrangolare, con due torri sugli spigoli del lato est. La facciata è alta 5 metri, con un grande portone a sesto acuto in blocchi di pietra, sormontato da un bassorilievo proveniente da un monumento funerario del primo periodo romano imperiale. Il prospetto è affinato da tre eleganti bifore al piano nobile e da rosoni strombati. Il nucleo iniziale non è facile da definire, ma comprendeva sicuramente la torre di sud est, la cappella con i due ambienti attigui e forse una parte del salone del piano nobile.
Il Palazzo fu dimora dei Cantelmo dal 1359 fino al 1458 quando persero la Signoria di Atina per una ribellione. Verso il 1490 il Palazzo passò da Ferdinando I di Aragona al Conte di Maddaloni, Diomede Carafa, che lo abitarono solo saltuariamente, mentre fu per lunghi periodi sede della Curia.
Nel 1655 il salone di rappresentanza fu trasformato in teatro e completamente ristrutturato nel 1786 e nel 1912. L’ultima rappresentazione teatrale avvenne nel 1939, ma la sala ha continuato a funzionare come cinema. La prima proiezione di cinema muto risale al 1912.
Alla fine del 700 il Palazzo era abbandonato e vi risiedevano i Maestri di Campo e i Luogotenenti ducali. Per giudizio di espropriazione passò poi dai duchi di Montecalvo a Giuseppe Fanelli di Napoli e nel 1847 fu ceduto alla famiglia Paniccia di Vicalvi.
Nel 1850, il Decurionato di Atina, presieduto dal vicesindaco, propose l’acquisto del Palazzo per la somma di 2000 ducati. L’acquisto avvenne nel 1870 e da allora fu sede del Comune, ma proprio tra 1850-1949 si registrano i maggiori danni alla sua integrità storica, a causa di pesanti modifiche per uso pratico.
Dal 1870 al 1943 il fabbricato è stato Carcere Mandamentale e fu danneggiato dal terremoto del 1915.
Seriamente leso dalla Guerra nelle parti alte, nella copertura e in ambienti interni, fu ristrutturato in base al progetto dell’Ing. Cherubino Malpeli. Dal 1978 al 1993, la sua parte orientale è stata sede del Museo Civico Archeologico e della Biblioteca comunale.
Al piano nobile si trova un ambiente absidato, una cappella palatina dedicata a Sant’Onofrio, sulla cui lunetta d’ingresso campeggia l’affresco “Madonna col Bambino e san Giovanni Battista”, della seconda metà del XIV secolo, e al cui interno sono conservati affreschi di pittori campani del 400. Erano gli stessi baroni a presentare il cappellano. Nel 1637 godeva della sua esigua rendita Don Giovanni Battista Palombo, presentato dal Signore Francesco Gallio, duca di Alvito.
Nel salone di rappresentanza si osserva un imponente mosaico romano a tessere bianche e nere, rinvenuto in Via Virilassi nel 1946, che rappresenta un guerriero in quattro posizioni di assalto.
Il Palazzo Ducale è ancora oggi sede di mostre, conferenze e manifestazioni.
L’ultima ristrutturazione risale al 2009.