La struttura architettonica, a cui si accede dalla Piazza Garibaldi, si distribuisce su due piani, a cui si aggiunge la Chiesa di S. Francesco, al piano terra.
L’edificio è stato restaurato dopo il sisma del 7-11 maggio 1984, il primo piano è stato adibito fino al 2019 a sede distaccata del Ministero dei Beni Culturali, mentre il secondo piano è da ristrutturare.
La morfologia, tipica degli edifici conventuali realizzati intorno al XVII secolo, è caratterizzata da una pianta quadrata con cortile interno e chiesa e il tetto a falde presenta una copertura in coppi.
Sono presenti elementi di pregio sia nel colonnato che nella chiesa di S. Francesco.
La struttura portante è costituita da murature di pietrame calcareo non squadrato per tutti e tre i piani dell’edificio con volte in pietra. La copertura in coppi poggia su un’orditura in legno di abete.
Le vicende del Convento, inserito alle falde del rigoglioso parco S. Stefano, hanno inizio nel primo quarto del secolo XVII, quando la Comunità atinate decise di raccogliere fondi per la sua costruzione. Il ministro francescano, dopo essersi consultato con l’Ordine, il 12 novembre 1621 inviò alcuni frati ad Atina e due giorni dopo il Preposito e Padre Felice di Roma, eressero una Croce nel punto dove doveva essere edificato il Convento.
Purtroppo, però, fin dalla posa della prima pietra le cose non andarono per il verso giusto, e i frati abbandonarono il luogo nel 1626. Tornarono il 3 dicembre 1629, per andarsene di nuovo nel 1632. Tornati nel 1635, lasciarono nuovamente la città il 13 giugno 1637. Nel 1688 i Padri di S. Francesco Minori Osservanti Riformati della provincia di S. Bernardino dell’Aquila presero possesso del Convento, in seguito alla supplica dei tre sindaci Francesco Riozzi, Orazio Sabatini e Benedetto Bracciale, a padre Giuseppe da Sulmona, ma il 23 aprile 1692 il Convento non era ancora ultimato, visto che mancava la chiesa poi dedicata a s. Francesco.
Nel 1865 la sede monastica fu definitivamente chiusa e l’8 luglio 1871 il convento fu ceduto al Comune di Atina. Gli amministratori però, se ne servirono solo in minima parte, affittando l’orto e i restanti locali come magazzini e abitazioni private.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso subì ulteriori danni.
Attualmente l’immobile è stato individuato come nuova sede del Museo Archeologico di Atina e della Valle di Comino “G. Visocchi”. Ultimati gli spostamenti, dalla ex sede del Museo, e i relativi allestimenti, l’edificio verrà aperto al pubblico quale nuova sede Museale.
Frosinone
Atina
Accesso non previsto
Atina (FR) – Piazza Giuseppe Garibaldi
Questo sito Web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Continuando a navigare si accettano le condizioni di utilizzo. AccettoPrivacy Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.