Palazzo Gottifredo

Questa dimora partecipa all’apertura straordinaria 2024 solo nella giornata del 15 dicembre

Il Palazzo prende il nome dal Cardinale Gottifredo che l’ha fatto erigere. Personaggio ricchissimo, già Canonico della Cattedrale di Alatri nel 1229, riuniva in sé ruoli religiosi e politici, e fu podestà di Alatri nel 1286.

La posizione e la conformazione della costruzione, con ampi spazi di notevole importanza architettonica e due torri (una sul trivio e una sul lato opposto), fanno pensare a una somma di funzioni, di rappresentanza e difensive, giustificate dalla volontà di potenza del suo antico realizzatore. L’edificio è posto nel cuore della città e caratterizza la zona del cosiddetto Trivio, confluenza dei tre assi medievali. è composto da quattro corpi di fabbrica: tre risalenti al 1200/1300 e uno al 1700.
Il primitivo nucleo del palazzo risalente ad epoca romanica è una casa torre che sorge all’angolo tra Corso Vittorio Emanuele e Corso Cavour ed è oggi di proprietà comunale e interamente occupato dal Museo Civico di Alatri. Qui si apre il portale gotico ad arco ogivale ornato da duplice modanatura un tempo ingresso agli appartamenti del Cardinale.

Tutti gli altri fabbricati che costituiscono il complesso sono invece di proprietà privata.

Sempre di epoca trecentesca sono il corpo di fabbrica centrale, che segue l’andamento della strada, e un’ulteriore torre di 20 mt che si sviluppa su quattro piani. Il Torrione presenta caratteristiche proprie e una pezzatura dei materiali più minuta.

Il corpo di fabbrica settecentesco pur distinto dal punto di vista architettonico e strutturale rispetto al blocco trecentesco, nel corso dei secoli ha costituito con esso un “tutt’uno” dal punto di vista funzionale.

La facciata del corpo centrale del palazzo su via Emanuele Lisi è caratterizzata da una serie di portali ad archi ogivali più semplici e da due marcapiani in pietra che sottolineano le due parti nobili dell’edificio.
La facciata posteriore del palazzo, prospiciente la chiesa di San Gennaro, è caratterizzata dal Torrione che sporge dal resto della costruzione.

Al momento dell’acquisto da parte della famiglia Spalvieri, il complesso centrale, il cui tetto è crollato nel 1349 per un forte terremoto, appariva fortemente degradato e in generale stato di abbandono. Per questo, a partire dal 2006 si è dato corso a imponenti lavori di restauro ancora in corso.
Nella parte privata, attualmente sono stati completati i locali al piano terra occupati dalla Biblioteca Totiana e l’appartamento al secondo piano occupato da uffici, entrambi nel fabbricato settecentesco, e il salone gotico trecentesco al terzo piano, con grandi archi ogivali ricostruiti negli ultimi anni sulla base delle preesistenze, che sarà utilizzato come spazio polivalente.