Giardino di Ninfa
Il Giardino di Ninfa è stato costruito sulle rovine dell’antica città di Ninfa, che ne sono parte integrante. La sua estensione è di circa 8 ettari, è attraversato dal fiume Ninfa e incorniciato da uno specchio lacustre costituito dalla risorgiva delle acque che originano il fiume stesso. Entro la doppia cinta muraria, in parte preservata, sono racchiusi i principali edifici storici tra cui la torre e le mura dell’antico castello, il municipio (dimora dei Caetani, Duchi di Sermoneta, dagli inizi del Novecento e sino alla morte di Lelia Caetani nel 1977) e diverse chiese. Oltre a questi edifici si possono ammirare anche strutture murarie di torri e altri complessi diruti attorno a cui è stato impiantato il giardino. Dall’XI secolo Ninfa assunse il ruolo di città e fu governata da varie famiglie nobiliari che fecero fiorire l’architettura e ne accrebbero l’importanza economica e politica. Nel 1298 Benedetto Caetani, noto come Papa Bonifacio VIII, acquistò Ninfa e altri territori limitrofi per suo nipote Pietro II, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino. Nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta da parte delle truppe dell’antipapa nel Grande Scisma. La città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestava la vicina pianura, e gli stessi Caetani si spostarono a Roma e altrove. Le chiese continuarono a essere officiate dagli abitanti delle vicine colline per tutto il XV e in parte del XVI secolo, per poi essere abbandonate. Oggi rimangono i ruderi di cinque chiese: San Giovanni, San Biagio, San Pietro fuori le mura, San Salvatore e Santa Maria Maggiore. Alla fine dell’Ottocento i Caetani ritornarono in questi luoghi. Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onorato Caetani, con due dei suoi sei figli, Gelasio e Roffredo, si occupò di Ninfa, creandovi un giardino in stile anglosassone. Bonificarono le paludi, estirparono gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi cipressi, lecci, faggi, rose in gran numero, e restaurarono alcune rovine, fra cui il municipio, che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani. Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, introdusse nuove specie e, negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, aprì le porte del Giardino al circolo di letterati e artisti legato alle riviste da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”. L’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani, una pittrice che curò il giardino come un grande quadro, accostando colori, assecondando il naturale sviluppo delle piante ed evitando l’uso di sostanze inquinanti. Insieme alla madre Marguerite, introdusse magnolie, prunus, rose rampicanti e realizzò il rock garden o “colletto”. Donna Lelia istituì la Fondazione Roffredo Caetani nel 1972, cinque anni prima della sua morte, per tutelare la memoria del Casato Caetani e preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta.